Sulla vicenda di Epifanio Li Puma

Epifanio Li Puma
Epifanio Li Puma

I contadini del feudo vivevano nelle stesse condizioni dei servi della gleba, soggetti a pagare sul prodotto tanti balzelli in natura che al povero mezzadro, tolti questi, rimanevano gli occhi per piangere, come si era soliti dire allora. Erano soggetti anche a corvès, lavori gratuiti nelle vigne o proprietà del feudatario, o del Soprastante o del mafioso del luogo. Il poco grano che rimaneva al contadino del raccolto non era sufficiente a sfamare lui e la sua famiglia per tutta l’annata agraria e così, massimo a marzo, il contadino, esaurito quel poco di grano che gli era toccato del raccolto, era costretto a ricorrere al magazziniere del feudo per avere il necessario grano in prestito per poter giungere al nuovo raccolto. Il grano gli veniva misurato con un tumulo più piccolo come capienza di quello con cui il Soprastante glielo misurava nell’aia all’atto del raccolto, per riprendersi il grano del prestito.

Nel 1950 la Regione Siciliana, tramite i decreti della legge Gullo, dispose che il raccolto del grano non fosse diviso fra feudatario e mezzadro nella proporzione di 60 e 40 come era avvenuto fino ad allora, a favore del primo, ma metà per ciascuno, cioè 50 e 50. Anche le terre dei feudi dovevano essere espropriate in massima parte ai proprietari e suddivise ai contadini. Ma tali leggi furono disattese e ad impedire che fossero applicate ci pensavano i Soprastanti affiancati dai campieri e dai briganti per intimidire i mezzadri e i contadini, e tenerli a freno. Alle simboliche occupazioni delle terre dei feudatari da parte dei contadini seguirono uccisioni di sindacalisti che capeggiavano questi movimenti contadini.

Anche Epifanio Li Puma venne ucciso da due briganti, inviati dal proprietario terriero. La morte, e quindi il sacrificio della vita, di questi Sindacalisti uccisi non servì, quasi a niente, perchè, se è vero che la Riforma agraria fu applicata, grazie alla loro opera e alla loro immolazione per tale causa, vero fu anche che ai Proprietari tolsero le terre meno fruttuose e quelle che vennero tolte loro, anzichè essere assegnate ai contadini del luogo, le assegnarono a contadini di paesi distanti, e così tali assegnazioni vennero vanificate dall’infertilità delle terre e dalla lontananza del luogo di lavoro, per cui, apertesi le frontiere dei Paesi vicini, quali Germania, Svizzera, etc…, la maggior parte delle terre assegnate furono abbandonate o svendute, e gli Assegnatari emigrarono.

Dal commento di un nostro lettore

Vincenzo Di Gangi

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