DI COGNOME FA LE PEN

Ultimamente guardo con interesse a una figura politica in ascesa che potrebbe stupirci tutti:marine le pen
è donna,ha meno di 50 anni,è figlia d’arte,il padre ha fondato un partito e si chiama Marina…di cognome però fa Le Pen.

Eh già, mentre qui in Italia a destra si passa il suo tempo a struggersi sul dilemma amletico se sia meglio un rassemblement di pochi eletti “duri e puri” in pieno stile “Ridotto della Valtellina” o se sia meglio morire democristiani ma in un grande partito, in Francia i recenti sondaggi hanno aperto una speranza che andrebbe, a mio modesto avviso, almeno studiata.
Dopo la “cacciata” di Sarkozy dall’Eliseo i francesi hanno avuto la scellerata idea che per punire il presidente uscente bisognava votare il diretto rivale, Francoise Holland uno della gauche-caviar che probabilmente ignora, o fa finta di ignorare, quali siano i veri problemi del suo Paese.
La Francia come il Regno Unito, complice anche il passato coloniale, sta vivendo l’incubo della tanto decantata dai media mainstream “società multiculturale”, le frontiere pressochè aperte hanno fatto si che al di la delle Alpi vi siano nutrite comunità per lo più provenienti dai paesi arabi e dall’Africa subsahariana che di fatto hanno sempre dimostrato scarsa propensione all’integrazione con i “locali” creando non pochi problemi sia sociali che di sostenibilità del sistema previdenziale e soprattutto si sono creati tantissimi ghetti (banlieu) che di fatto sono zone franche, dove la polizia non entra se non in forze e dove domina degrado e illegalità e spesso ci scappa la sommossa.
Sarkò di fronte a certi fenomeni ormai incontrollati ha fatto la stessa scelta di tanti ex sindaci italiani di centrodestra: non fare nulla per evitare di finire nel mirino dei media di sinistra, risultato? I media di sinistra ti attaccano comunque e il tuo elettorato non ti rivota più.
Hollande d’altro canto ha ben pensato, seguendo quella massima da manuale politico che i provvedimenti più impopolari si prendono ad inizio mandato e mai a ridosso delle elezioni, di varare una legge che permette il matrimonio e l’adozione di figli da parte di coppie omosessuali.
Si sa che quando si fronteggia una crisi economica tutti quei provvedimenti che non sono direttamente legati alla crescita e allo sviluppo non godono già in partenza della simpatia popolare, figuriamoci se vanno in contrasto col sentimento religioso,culturale e tradizionale della gran parte della popolazione.
A questo punto gli elettori di destra, compresi i famigerati “moderati”, dovranno pur prendere una decisione alle urne e tornare a votare l’UMP di Sarkozy a pochi mesi di distanza non se ne parla proprio. La scelta quindi ricade sul Front National, un partito spesso etichettato dai media sia francesi che internazionali come xenofobo, omofobo,euroscettico. Non sono bastate le carrellate di aggettivi denigratori che finiscono con -fobo per scoraggiare quasi un francese su 3 ad esprimere intenzione di voto per questo partito di “cattivoni” che in realtà non è altro che un normalissimo partito identitario, patriottico e che non si vergogna di dire che la priorità per la Francia devono essere i francesi.

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