La Camera dei deputati presieduta da Laura Boldrini ha una dotazione annuale, cioè soldi dei contribuenti che gestisce autonomamente, di circa 950 milioni, quasi un miliardo di euro insomma, e si pavoneggia perché nel triennio 2013-2015 chiederà allo Stato 50 milioni in meno per ciascuno dei tre anni e per il fatto di restituire 10 milioni alle casse pubbliche, frutto di risparmi degli esercizi precedenti. E se la prende con le forze politiche che avrebbero voluto tagli più drastici e le accusa di perseguire la fine della democrazia. E intanto, fra le piccole cose, boccia la proposta di abolire la figura del “consulente artistico”, che costa 150 mila euro l’anno. Chissà da chi sarà sponsorizzato il suddetto e se si occuperà delle performance della insipida Boldrini?
Comunque la presidenza della Camera e il collegio dei questori «esprimono la propria soddisfazione per l’approvazione dei documenti di bilancio per il 2013-2015» e segnalano che «mai prima d’ora infatti era stato messo in atto un programma così strutturato e consistente di cambiamento e di riduzione della spesa».
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