Cefalù consiglio comunale: continua il teatro dell’assurdo

municipio-cefalùContinua il “teatro dell’assurdo” in sala delle capriate. Dopo la seduta di martedì protratta fino a notte fonda per non condurre a nulla, ieri sera dei venti consiglieri se ne sono presentati meno della metà facendo venir meno il numero legale; una strada che, almeno all’apparenza, non dovrebbe portare a nulla.
Il gioco, a quanto sembra, è sempre lo stesso: dei tredici consiglieri contrari a Lapunzina se ne presenta lo stretto necessario per raggiungere il numero legale per passare alla votazione, salvo poi ritirarsi al momento del pronunciamento così da affibbiare le responsabilità politiche alla coalizione di governo. Ma a questo gioco, come già è stato visto nella seduta di martedì, i consiglieri lealisti non vogliono più prestarsi. Secondo questi i colleghi che siedono nella sponda opposta di sala delle capriate dovrebbero prendersi in toto  le responsabilità che gli competono, senza “squallidi giochetti” tesi a spostare l’ago della bilancia dove fa più comodo.
E’ singolare inoltre che tra i tredici che adesso compongono “l’opposizione numericamente maggioritaria” vi sono alcuni soggetti che durante l’esercizio finanziario in oggetto sedevano ai banchi di maggioranza e per questa ragione – e soprattutto per ragioni di onestà intellettuale – non dovrebbero osteggiare l’approvazione dello strumento finanziario. Ma tant’è. Il rendiconto, non si approva, non si emenda – o si dice di farlo e poi ci si tira indietro –  e nemmeno si boccia. Si prende tempo, forse per studiare meglio i documenti o forse per sperare in qualche estemporanea “larga intesa”. Eppure se l’opposizione vuole davvero disfarsi di questa amministrazione non avrebbe occasione più ghiotta, senza nessuna necessità di trovare il quattordicesimo “santo ausiliatore” per presentare la sfiducia. Poiché, con buona pace di chi si dice convinto del contrario, la definitiva mancata approvazione del rendiconto porterebbe al commissariamento dell’ente. Il commissario, una volta insediatosi, avrebbe il compito di guidare l’ente fino alla prima tornata elettorale utile (primavera 2015) restituendo la parola agli elettori non sul solo consiglio comunale ma anche su sindaco e giunta giacché quest’ultimi non vengono  eletti dall’organo di controllo già dal ’93.
I casi sono due: o si teme, a torto, un’ineleggibilità successiva al commissariamento oppure – come sostenuto da alcuni – “per gestire tredici consiglieri ci vuole un sindaco”.
Intanto la città aspetta, impaziente, risposte che tardano sempre di più ad arrivare. 

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