Lavoro nero, si stringono le maglie dei controlli

Proseguono i controlli delle forze dell’ordine per la lotta al lavoro nero, e in particolare per la sicurezza nei cantieri edili.  Nell’ultima settimana l’azione di verifica e controllo del mondo del lavoro si è allargata  a Palermo, Valledolmo, Capaci e Carini, sottoponendo a verifica 8 aziende tra edilizia e commercio e 21 posizioni lavorative.

6 lavoratori sono risultati totalmente in nero, e hanno portato alla sospensione di due attività, una delle quali lavorava solamente con personale non in regola. Diversi anche i deferiti alle Procure di Palermo e di Termini Imerese per reati vari. A conclusione delle attività intraprese sono state contestate sanzioni amministrative per complessivi 25.000,00€ e ammende pari a 38.579,00€: il “lavoro nero” allorché emerge costa di più del lavoratore tutelato a norma di legge.

Il lavoro dell’Arma, proseguito anche in quest’ultima parte dell’anno, mette in luce ancora una volta una  situazione difficile, che vede soprattutto nell’edilizia il settore di maggiore incidenza del lavoro nero. E’ proprio in questo settore che l’Arma pone un’attenzione particolare per prevenire le c.d. “morti bianche”. Le Stazioni Carabinieri, nel bicentenario della loro esistenza a presidio del territorio e tutela del cittadino operano in simbiosi coi Carabinieri dell’Ispettorato del Lavoro, che esprimono ogni sforzo per intervenire tempestivamente nelle situazioni di pericolo prima che succeda l’irreparabile. L’invito a tutti è quello di non girare lo sguardo davanti a situazioni di evidente pericolo che possano non fare tornare a casa la sera un padre di famiglia e di informare le Istituzioni : un operatore edile rischia il doppio se non opportunamente formato, informato e testato sotto il profilo medico. L’operaio deve conoscere i pericoli del luogo di lavoro attraverso una mirata istruzione derivante dal documento di valutazione dei rischi. Deve avere tutti i dispositivi di protezione individuale, sia per i pericoli di caduta di oggetti dall’alto, sia le  imbracature per i lavori in quota, sia le attrezzature basilari: guanti, scarpe antiscivolo, caschi. Non si deve nemmeno lasciare che l’operaio stesso, per semplice insofferenza non utilizzi gli accorgimenti e non si serva dei dispositivi di protezione individuale, anche lui in questo caso viola il testo unico per la sicurezza (D.Lgs. 81/’08) e diventa perseguibile.

 

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