Intervista al nuovo segretario generale Uil Carmelo Barbagallo

E’ stato eletto nell’ambito del convegno tenutosi a Roma dal 19 al 21 novembre scorso Carmelo Barbagallo che, da segretario aggiunto diviene segretario generale di Uil, subentrando a Luigi Angeletti. Ha iniziato da bambino a lavorare Carmelo Barbagallo e oggi a 67 anni ha raggiunto questo traguardo importante rappresentando i lavoratori nel sindacato Uil.

Nato a Termini Imerese ha svolto diverse esperienze lavorative prima dell’arrivo in Fiat, proprio nello stabilimento di Termini Imerese, dove ha iniziato il suo percorso sindacale.

Oggi gli chiediamo che effetto fa essere segretario generale di un sindacato importante come la UIL.

Certamente un senso di responsabilità enorme, altrettanto grande quanto è la determinazione nell’affrontare i problemi del lavoro nel nostro Paese. Il mio essere siciliano non fa che accrescere l’energia e la risolutezza che caratterizza il nostro sindacato con quella vena passionale e anche aggressiva tipica dei meridionali.

La crisi industriale che ha colpito il nostro Paese ha generato la chiusura o il rischio chiusura per diverse aziende, tre sono le più importanti Ast di Terni, Ilva di Taranto, Fiat di Termini Imerese. Le tre “T” definite da Renzi come le urgenze da risolvere nel nostro Paese. Per Terni e Taranto sembra si siano trovate delle soluzioni, Termini Imerese è ancora un punto interrogativo con la scadenza della c.i. alle porte e la prospettiva di licenziamento per circa 760 lavoratori. Cosa pensa di Grifa?

Mi auguro che il Governo effettui i dovuti controlli per dare prospettive serie ai lavoratori. Noi non abbiamo i mezzi per verificare la solidità di Grifa spa, è il Governo che ci deve dare garanzie.

Cosa pensa della legge delega o Jobs Act su riforma del lavoro approvata dal Senato nei giorni scorsi?

Credo che crei lavoratori di serie A e di serie B. Ad esempio la legge delega prevede l’eliminazione degli ammortizzatori sociali e la riforma dei sussidi di disoccupazione. Ma in Italia i lavoratori non sono tutti uguali. C’è un Nord e un Sud dove i lavoratori e i disoccupati vivono condizioni diverse. Un cassintegrato al Nord può trovare un nuovo lavoro più facilmente rispetto a uno del Sud. E poi ci sono i numeri. I disoccupati al sud sono molto di più che al nord, la disoccupazione giovanile ha superato, secondo dati recenti il 60% nel Mezzogiorno e la legge delega contrariamente a quello che dice Renzi non aiuta i giovani a entrare nel mondo del lavoro e se lo fa, lo fa creando discriminazioni. Un giovane assunto in un’impresa con 15 dipendenti può essere demansionato dopo i primi tre anni svolti con una mansione più alta. Saranno consentiti inoltre, strumenti di controllo come le videocamere nei luoghi di lavoro. Anche l’art. 18, modificato non garantisce più il reintegro dei lavoratori, se non in caso di licenziamento discriminatorio, ciò determina minori garanzie per i lavoratori. Le riforme vere per il lavoro in Italia non si fanno. Basti pensare che in Germania gli addetti che si occupano del mercato del lavoro sono 90 mila, in Italia soltanto 9 mila.

Il Governo parla di uscita dalla crisi, ma la ripresa è ancora lontana.

Quali sono le iniziative di Uil per modificare le cose che non vanno?

Lo sciopero del 12 dicembre prossimo è un’occasione per cambiare aspetti che non condividiamo, di questa legge delega. Noi abbiamo chiesto un confronto con la presenza del Presidente del Consiglio Renzi. Chiederemo il rinnovo dei contratti del pubblico impiego, 80 euro anche per i pensionati, lavoro per gli edili che negli ultimi anni hanno perso centinaia di posti di lavoro, mantenere gli ammortizzatori sociali laddove è più necessario, risolvere il problema del precariato che solo in Sicilia conta circa 22 mila lavoratori, garantire i 250 lavoratori dell’Isfol che, entro la fine dell’anno rischiano di restare disoccupati. Chiederemo al Governo di operare i dovuti investimenti per far ripartire gli impianti produttivi esistenti.

Renzi ha parlato di sciopero politico

Il vero sciopero politico è stato fatto dagli elettori alle scorse regionali di Calabria ed Emilia Romagna, non è certo quello delle istanze che il sindacato e i lavoratori manifestano in piazza.

In diverse occasioni ha dichiarato la diversità sostanziale del suo sindacato con Fiom

Tra Uil e Fiom c’è un differenza che possiamo definire genetica ma il nostro sindacato, che intendo riformare come un “sindacato a rete”  per renderlo più snello ed efficiente, è un’organizzazione che agisce non contro, ma per… Ben venga quindi la partecipazione delle altre sigle sindacali allo sciopero.    

 

  1. Karenina

 

POTREBBE INTERESSARTI

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *