Ex province in default, si pensa alla trattativa con lo Stato

Scuole senza luce elettrica né gas e quindi neanche riscaldamento nel nisseno, strade provinciali dissestate (guardasi agrigentino e Madonie), spesso chiuse per rischio crolli sui ponti, con frane che occupano la carreggiata e, col freddo di questi giorni, occupate dalla neve e con scarsi servizi per lo sgombero, non gestito con regolarità-

Questo è parte dello scenario vizioso in cui permangono le ex province perché non riescono più a garantire i servizi adeguati.  Nei giorni scorsi il Commissario di Caltanissetta aveva perfino disdetto le forniture elettriche e di gas degli istituti superiori perché non è in grado di pagarli. Un intervento della giunta regionale le aveva fatto fare un passo indietro ma il problema permane.

L’assessore regionale all’Economia Gaetano Armao ha convocato per la giornata odierna i sei commissari dei Liberi Consorzi comunali e i tre sindaci metropolitani per affrontare le problematiche finanziarie delle ex province che sono quasi tutte sull’orlo del default e presentano enormi criticità finanziarie che non consentono di assicurare i servizi essenziali come il funzionamento degli istituti secondari superiori. Nella legge di stabilità 2019 sono state inserite alcune norme a sostegno ma non sono sufficienti ad evitare il dissesto degli enti.

Un primo passo è la trattativa con lo Stato anche sul prelievo forzoso ma i fondi previsti per le ex province non bastano e la regione deve ugualmente integrare e la legge di stabilità siciliana in discussione da oggi davanti al parlamento è il grande tema da affrontare perché in quella norma non ci sarà da pensare solo alle ex Province ma ad una quantità di emergenze difficile da mettere nere su bianco.

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