Precari e partite iva sono la “carne da cannone” di questa crisi che non farà prigionieri: inclusi statali e pensionati

Precari, partite iva, professionisti, autonomi e stagionali sono la prima linea

Nessuno può dirsi immune, inclusi pensionati e statali. Subito dopo la prima linea – stagionali, precari ecc – ci sono, anche se potrebbe sembrare paradossale, gli imprenditori. Sebbene pare lecito affermare che questi ultimi abbiano le spalle più larghe dei primi – ed in effetti è vero – sono anche quelli che hanno addosso immensi fardelli, fatti di mutui, affitti, stipendi, ammortamenti ecc ecc. Il libero professionista ‘almeno’ ha spese vive più basse e, assieme ai dipendenti – stagionali e non  – che sono e probabilmente saranno senza lavoro, ne risentiranno per lo più in termini di mancato introito.

Cambia poco perché questa crisi non intende fare prigionieri

Dall’avvocato al commerciante passando per il cameriere o il bagnino. Dall’impresa al commercialista. Dal dettagliante all’industriale, tutti pagheranno a caro prezzo questa crisi senza precedenti. Paragonabile forse, solo alla crisi del ’29. Crisi che, corre l’obbligo di ricordarlo, diede la stura ai nazionalismi ,e di li a poco a quella che tutti conosciamo come seconda guerra mondiale.

Nemmeno i statali e i pensionati possono dirsi al sicuro

E già, per quanto possa risultare strano, per quanto possa stridere con le nostre certezze – posto fisso in primis – per quanto possa risultare eticamente abominevole (basti pensare alla sanità e alle Forze dell’Ordine), se non si corre ai ripari, anche loro saranno travolti dalla crisi.
Se non lavora nessuno, se le industrie e le imprese segnano zero, se i lavoratori sono a casa e – dunque – non versano contributi, direttamente o per il tramite del titolare, il sistema andrà inevitabilmente al collasso. Ammesso che già non lo sia e non stiano tentando di rianimarlo Giuseppi e Casalino a suon di dirette e dpcm senza aver spostato un solo euro.
Come può l’INPS, e tutte le altre casse, fare fronte alle spese fisse (leggasi pensioni) senza l’apporto dei contribuenti? La spiegazione non esiste, è inutile cercarla. O si muore di covid o di fame. E’ questa la scelta.
Allo stesso modo, la Pubblica Amministrazione, i ministeri ecc ,senza introitare somme, come potranno pagare gli stipendi?  Per info, Citofonare  Giuseppi.
Il sistema sanitario quanto potrà andare avanti senza gettito fiscale? Lo stesso vale per regioni, comuni e tutti gli enti locali. Come sopra anche per tutte le aziende a partecipazione statale o comunale. Senza sordi missa un si nni canta!

Siamo all’orlo del default e per giunta sepolti vivi

La crisi nascente creerà inevitabilmente anche una crisi del debito – come quella della prima decade del duemila ma di proporzioni catastrofiche – e magari, anche questa volta si sceglierà di aiutare le banche in luogo dei cittadini e delle imprese. Per la sempiterna logica del ‘too big to fail’.  Questo sarebbe inaccettabile.
Si profilano scenari ellenici,  sia in ordine ad un eventuale accettazione del tanto vituperato MES, sia per la similitudine del tracollo economico. In molti immaginano – al di là dei prestiti che potrebbe erogare l’UE – i capitalisti franco-tedeschi fare incetta di quel che resta dell’industria italiana: infrastrutture e turismo inclusi.

Ma non è detto. Il governo è talmente imbelle e lento nel prendere qualsiasi tipo di decisione da ridurre l’industria a cadaveri in putrefazione che potrebbero far inorridire gli stessi sciacalli speculatori – di questo passo non è detto che vogliano fare man bassa di aziende davvero fallite e senza mercato interno.

Inutile precisare che se sarebbe già un dramma la svendita – ed è così – figurarsi restare con l’invenduto.

Dagli 8 mila comuni fino al governo è un grande e unico imbarazzante silenzio

Solo poche voci fuori dal coro – vedi il governatore Zaia – poi, a cascata, tutti a pendere dalle labbra degli scenziati. Da Winston Giuseppi Conte, fino al sindaco del più piccolo dei comuni. Tutti zitti, tutti impauriti dal nemico invisibile, nessuno di loro che voglia assumersi le responsabilità che attengono al loro ruolo e fare qualcosa di concreto e coraggioso. Tutti trincerati dietro la comunità scientifica e i comitati ad hoc. E nel mentre il malato si aggrava, sempre di più.
Crolla l’industria dei matrimoni, il turismo, il commercio: dall’automotive all’immobiliare, dai servizi all’editoria. Un corteo infinito senza carri funebri o camion dell’esercito, e forse per questo considerato meno meritevole d’attenzione.
Nessun amministratore prova, pensa, studia, un allentamento delle maglie, foss’anche contingentato, confinato e perimetrato all’interno delle proprie mura cittadine. L’unica sfida in corso sembra quella a chi da più mandate alle nostre porte e chi è più sceriffo dell’altro. I De Luca, in questo, sono maestri.

Adesso arriva anche il plexiglass a prenderci per il culo

Immagini, rendering e varie ipotesi irricevibili quanto imbarazzanti si fanno largo in questi giorni e furoreggiano sul web. Ristoranti con una sorta di cabina telefonica per ogni posto, lettini e ombrelloni chiusi dentro una serra e chi più ne ha più ne metta.
Il comitato sulle fake news di Giuseppi e Casalino, non ha ritenuto di bollare queste elucubrazioni come eresia? No, meglio aggredire le opposizioni – che certamente avranno le loro colpe ma forse non era il momento per bacchettarle.
Intanto, i media mainstream, continuano col loro leitmotiv “state a casa” , “lo facciamo per proteggervi” ecc ecc. Solo pochissimi giornalisti – vere e proprie pecore nere – stanno cominciando a prendere posizione contro questi reiterati abusi.

La grigliata sui tetti, che sa di atto rivoluzionario

Certo, è una gran bella pagina di trash made in sicily, ma è anche l’atto incontrovertibile di una parte di popolazione che non ne può più di stare agli arresti domiciliari. Che non ne può più del quindicinale stillicidio, del grande fratello di Casalino ‘er mutanda’, assurto a capo del novello Istituto Luce.
E, dunque, seppure in un  assai criticabile trash al limite del tragicomico, lo Sperone – periferia tra le periferie – ha lanciato un chiaro segnale. La pazienza è finita. Segnale che Conte e Casalino, tutti presi a contare like e follower, dovrebbero prendere in considerazione, ammesso che abbiano le facoltà per farlo.
Parafrasando Cicerone: Quousque tandem abutere, Casalino, patientia nostra? 
Tutto ha un limite: i risparmi degli italiani, le penose casse dello Stato, i campi incolti, i prodotti invenduti ma soprattutto la capacità di sopportazione. Sopportare una pena comminata a colpi di DPCM senza giudizio, senza contradittorio e soprattutto senza appello. Se qualcuno dovrà rispondere di omicidio colposo ed epidemia, qualcun altro dovrà rispondere della morte civile di 60 milioni di italiani.  Dei loro risparmi spazzati via dai mercati, della quarantena sine die, dell’impossibilità di riaprire e della crisi che si trasformerà in carestia.
 

 

 

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