Covid19 Cefalù Sant’ambrogio: chi dice la verità?

Ore concitate per i cittadini cefaludesi e in particolare per i residenti nella frazione ambrosiana,
Da quasi ventiquattr’ore è un continuo tam tam mediatico e facebook ne è stato il principale teatro.
Fra i tanti lettori, la cui maggioranza ha mostrato preoccupazione una minoranza rumorosa invece, ha preferito pensare che le notizie veicolate dalle nostre colonne fossero ‘false’ o infondate.

Facciamo chiarezza

In ordine alla genericità delle informazioni che sono state finora riportate da questo portale non vi era alcuna lacuna di elementi. Un solo obiettivo  – oltre a quello sottinteso di informare – ci ha spinti a scrivere come abbiamo fatto, garantire la privacy dei presunti trasgressori.
Abbiamo volutamente glissato sulle informazioni specifiche per rintracciare la frazione, sulla provenienza degli asintomatici, sui luoghi frequentati. Non daremo mai alcun elemento utile per risalire all’identità dei soggetti.
Presunti, ribadiamolo. I condizionali quando si fa informazione – perdonate il gioco di parole – sono un imperativo, non un paravento.
Siamo tutti innocenti fino a prova contraria e fino al terzo grado di giudizio, ecco perché il condizionale è un obbligo.
A fornire elementi utili – per scoprire i nomi – casomai, è stato qualcun altro.
E’ stata una scelta stilistica quella di parlare di ‘taverna’ e non di altro – ribadiamolo, sappiamo anche il nome del proprietario – ma non è giusto tracimare nella caccia alle streghe.
Non abbiamo appositamente parlato di grigliate e di pasquette, volevamo solo informare e non fare gossip.
Ci spiace esser stati fraintesi.

Qual è la verità

In basso ci sono due post, del primo non v’è più traccia in quanto sostituito dal secondo. La situazione era sotto controllo ed erano stati creati inutili allarmismi, oppure ahinoi, la situazione merita di essere attenzionata tant’è che si è proceduto alla sanificazione della frazione (sono parole del sindaco, non nostre).
Sono stati disposti sei nuovi tamponi, come riporta il primo post poi cancellato e sostituito, oppure si attendono gli esiti di cinque? Vi rispondiamo subito, non si tratta dell’evolversi dello scenario, i due post sono apparsi in rapidissima successione, tant’è che qualche giornale ha riportato uno ed altri un altro.
Abbiamo creato allarme? Possibile, ma non allarmismo. Non sensazionalismo. Altrimenti certi provvedimenti non sarebbero stati presi con tanta urgenza.

E’ chiaro dunque qual è la differenza fra allarmare e fare allarmismi. Nel primo caso – com’è poi avvenuto – la notizia di un possibile cortocircuito nella gestione delle quarantene ecc ha ingenerato una serie di controlli aggiuntivi e di azioni sanitarie sul territorio che altrimenti non sarebbero state poste in essere.
La preoccupazione, anzi l’amarezza adesso è un’altra, non per le calunnie, non per esser stati bollati come fabbricatori di fake news, questo ci scivola addosso.
La profonda amarezza nasce dal constatare l’enorme muro d’omertà che è stato eretto. Anche quando un’informazione in più può proteggere la salute nostra, vostra, dei vostri cari.
E per questo, purtroppo, non c’è alcun tampone e nemmeno vaccino.

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